La sentenza n. 13975/2021 della Cassazione chiarisce che la messa alla prova nei reati militari non è un diritto automatico, richiedendo una valutazione rigorosa della gravità del reato e della resipiscenza dell’imputato. Nel caso in esame, un militare accusato di furto di energia elettrica ha ricevuto un risarcimento simbolico, criticato per mancanza di proporzionalità. La Corte ha ribadito l’importanza di un risarcimento adeguato e un vero percorso di recupero.

L’articolo esplora un esperimento con ChatGPT sul diritto penale, evidenziandone limiti come errori terminologici e allucinazioni, ma trascurando i miglioramenti possibili con versioni avanzate come GPT-4. La critica appare troppo cauta, senza considerare il potenziale di evoluzione dell’IA generativa per il futuro del settore giuridico.