Il disegno di legge n. 729-A, a firma della Sen. Stefani, ha appena ricevuto l’approvazione da parte del Senato, e ora dovrà ricevere il vaglio da parte della Camera. Esso consta di 3 articoli e, a mio avviso, segna una svolta potenzialmente cruciale per la classe forense.

Verrebbero introdotte, infatti, modifiche normative a tutela degli avvocati, anche per eventualità che fino a oggi avrebbero potuto compromettere il loro operato. Con questi cambiamenti, si ridefinisce il concetto di legittimo impedimento, estendendolo a circostanze che, ad oggi, rischiano spesso di non essere minimamente considerate, come avviene nella realtà quotidiana dei Tribunali italiani.

Malattie improvvise, gravidanze complicate o la necessità di assistere figli o familiari con gravi patologie sarebbero, grazie a tale DDL, riconosciuti come motivi legittimi per richiedere un rinvio dell’udienza, senza penalizzare il professionista. Una svolta che non solo modernizza il sistema, ma lo rende più umano, adattandolo alle complessità della vita reale.

Ma non finisce qui. La modifica ai codici di procedura penale e civile si spinge oltre: a differenza del testo finora vigente, con tali emendamenti anche eventi personali di forte impatto emotivo, come il lutto per la perdita di un familiare, potranno essere considerati validi motivi per ottenere una proroga, qualora adeguatamente comunicati e certificati alla Cancelleria, anche a mezzo PEC.

Fino ad oggi, la disciplina dell’impedimento dell’avvocato non individuava concretamente le cause idonee ad integrarlo, lasciando alla giurisprudenza a colmare il vuoto normativo, con l’ovvia conseguenza di un’incertezza sui requisiti necessari per la sussistenza dell’impedimento.

Con tale disegno, si effettua un passo avanti che dimostra sensibilità e consapevolezza da parte legislatore nei confronti delle difficoltà quotidiane che i professionisti possono affrontare.

In un contesto sempre più esigente e competitivo, questa novella potrebbe diventare uno strumento prezioso per gli avvocati, offrendo flessibilità e protezione senza compromessi sulla qualità del servizio. È una giustizia che evolve, una giustizia che finalmente riconosce l’importanza di bilanciare vita professionale e privata.

Tuttavia, per quanto essa rappresenti un importante passo avanti, resta il dubbio che si tratti solo di una pezza su un sistema che richiede ben più di una semplice modifica normativa. Se da un lato si offre agli avvocati una maggiore tutela contro eventi imprevisti, dall’altro non si può ignorare il fatto che la vera sfida resta l’eccessiva burocratizzazione e lentezza della giustizia italiana.

Con un carico di lavoro sempre più pressante e una macchina giudiziaria che spesso rallenta fino all’immobilismo, viene da chiedersi: quanto davvero queste nuove disposizioni saranno efficaci nel garantire una giustizia tempestiva e adeguata? O resteranno soltanto un altro tentativo di salvare le apparenze, senza affrontare le radici profonde di un sistema in crisi? Solo il tempo dirà se questa riforma riuscirà davvero a fare la differenza o se, ancora una volta, ci troveremo di fronte all’ennesima occasione mancata.