Questa immagine illustra in stile fumetto anni '50 i concetti trattati nell'articolo pubblicato sul sito dello Studio Legale Zampaolo riguardo l'archiviazione e la presunzione di innocenza. Rappresenta una scena di tribunale, con un giudice che emette un decreto di archiviazione, un avvocato che sottolinea l'importanza dell'art. 115-bis c.p.p., e un indagato che simboleggia la tutela dei suoi diritti. L'immagine riflette visivamente i principi di neutralità e rispetto della presunzione di innocenza, fulcro delle recenti sentenze commentate.

Indice

Archiviazione e Presunzione di Innocenza: i Limiti dell’Archiviazione

La sentenza n. 1276/2025, depositata il 13 gennaio 2025 della Corte di Cassazione, Sez. VI Penale, in tema di archiviazione e presunzione di innocenza, offre una chiara interpretazione sulla tutela di tale garanzia costituzionale nei provvedimenti di archiviazione e sul rimedio processuale da utilizzare a tal fine. La pronuncia si concentra sui principi sanciti dall’art. 27, comma 2, Cost., fatti propri dall’art. 115-bis c.p.p., introdotto in recepimento della direttiva 2016/343/UE.

Il Caso: Archiviazione e Abnormità

La vicenda giudiziaria prende le mosse dal decreto del GIP del Tribunale di Pescara, che ha disposto l’archiviazione nei confronti di Luciano, indagato per traffico di influenze illecite. La difesa ha impugnato il provvedimento, chiedendo che ne venisse accertata l’abnormità per la violazione della presunzione di innocenza, in quanto esso conteneva indebite valutazioni sulla colpevolezza dell’indagato.

Il ricorrente ha richiamato la recente sentenza n. 41/2024 della Corte Costituzionale, secondo cui:

«Richieste o decreti di archiviazione che, anziché limitarsi a ricostruire il fatto nei termini strettamente necessari… esprimano giudizi sulla colpevolezza dell’interessato, violano in maniera eclatante – oltre che la presunzione di non colpevolezza di cui all’art. 27, secondo comma, Cost. – il suo diritto di difesa, inteso anche quale diritto di “difendersi provando”».

L’Archiviazione come Provvedimento Neutro

La Corte di Cassazione ha ribadito che il decreto di archiviazione, disciplinato dagli artt. 408 e ss. c.p.p., deve essere un atto neutro, finalizzato esclusivamente a constatare l’impossibilità di esercitare l’azione penale:

«Il provvedimento di archiviazione… è concepito come anteriore all’esercizio dell’azione penale e correlato all’insussistenza degli estremi per esercitarla, senza pregiudicare gli interessi dell’indagato o della pubblica accusa a riaprire le indagini» (Cass., Sez. I, n. 1560/1999).

Tuttavia, la Corte ha escluso che il decreto impugnato fosse abnorme, richiamando il principio secondo cui l’abnormità è configurabile solo in presenza di atti che si pongano al di fuori del sistema processuale, determinando una stasi del procedimento o violando in modo grave il quadro normativo.

L’Introduzione dell’Art. 115-bis c.p.p.: Un Rimedio Essenziale

La sentenza ha inoltre rilevato il ruolo di rimedio in capo all’art. 115-bis c.p.p., introdotto per rafforzare la tutela della presunzione di innocenza, che prevede la possibilità di correggere provvedimenti che violino tale principio:

«La disposizione attribuisce il diritto, immediatamente azionabile, alla correzione di provvedimenti che, in contrasto con il principio di neutralità, indichino la persona sottoposta ad indagini come colpevole» (Cass., Sez. VI, n. 1276/2025).

D’altra parte, già la Corte Costituzionale, nella sentenza n. 41/2024, ha osservato il ruolo fondamentale dell’art. 115-bis c.p.p. quale un rimedio efficace, concludendo che:

«L’attuale sistema processuale offre adeguati strumenti di tutela per contrastare valutazioni indebite di colpevolezza nei decreti di archiviazione, nel rispetto dei principi costituzionali di cui agli artt. 3, 24 e 111 Cost.»

Abnormità o richiesta ex art. 115 bis c.p.p.?

La Corte di Cassazione ha così chiarito che, con l’introduzione dell’art. 115-bis c.p.p., il ricorso per abnormità non è utilizzabile per contestare un decreto di archiviazione ritenuto lesivo della presunzione di innocenza. Tale rimedio, infatti, è residuale e applicabile solo in assenza di strumenti ordinari previsti dal legislatore.

«L’abnormità dell’atto costituisce un rimedio residuale nel sistema, non azionabile ove siano previsti rimedi tipici» (Cass., Sez. U, n. 22909/2005).

Nel caso di specie, il ricorrente doveva esperire il rimedio previsto dall’art. 115-bis c.p.p.

Conseguentemente, il suo ricorso per cassazione è stato dichiarato inammissibile.

Archiviazione e Presunzione d’innocenza: conclusioni

La sentenza n. 1276/2025 della Corte di Cassazione si pone come un riferimento chiaro per gli operatori del diritto, affermando i confini dell’archiviazione e il primato dell’art. 115-bis c.p.p. nella tutela della presunzione di innocenza. Questa pronuncia conferma l’importanza di un sistema processuale che garantisca l’equilibrio tra tutela dei diritti dell’indagato e funzionalità della giustizia penale, rafforzando l’allineamento dell’ordinamento italiano con le direttive europee.

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